Mozart.
Note milanesi


Mostra virtuale a cura di Laura Nicora


LE COMPOSIZIONI MILANESI DI MOZART


ASCOLTA L'INTRODUZIONE

 
Giovanni de GamerraLucio Silla, dramma per musica da rappresentarsi nel Regio-Ducal Teatro di Milano nel Carnevale dell'anno 1773 dedicato alle LL. AA. RR., il serenissimo arciduca Ferdinando, principe reale d'Ungheria e Boemia, arciduca d'Austria, ... e la serenissima arciduchessa Maria Ricciarda Beatrice D'Este, principessa di Modena. In Milano, presso Gio. Batista Bianchi regio stampatore, [1772 o 1773]
(COLL.LIB.151)
Biblioteca del Conservatorio di musica Giuseppe Verdi di Milano

1. Arie da concerto e musica strumentale

Aria “Misero tu non sei” K 73a

L’aria, oggi perduta, è composta il 26 gennaio 1770, su testo di Metastasio (dal Demetrio, re di Siria, I,4). Ne abbiamo notizia da una lettera che Mozart scrive alla sorella in quella data: “Proprio prima di iniziare questa lettera ho scritto un’aria del Demetrio, la quale inizia così: Misero tu non sei / Tu spieghi il tuo dolore [...]”.

Aria “Non curo l’affetto” K 74b

I versi dell’aria “Non curo l’affetto” sono tratti dal Demofoonte (I, 7) di Metastasio e la musica è per soprano, 2 oboi, 2 corni e archi. Si presume sia stata scritta a Milano all’inizio del 1771, destinata ad un’accademia nel teatro di Pavia. “Non curo l’affetto” appartiene al genere delle cosiddette “arie di sdegno” che, secondo le convenzioni dell’opera seria settecentesca, dovevano avere un’impronta spiccatamente virtuosistica. Con questo intendimento, Mozart realizza una scrittura vocale molto impegnativa.

Recitativo e aria “Misero me!... Misero pargoletto” K 77 (73e)

La scena è tratta anch’essa dal Demofoonte (III, 4 e 5) di Metastasio. Mozart la scrive a Milano, nel marzo del 1770, per essere eseguita nella residenza del ministro plenipotenziario della Lombardia, Karl Firmian. Composta per soprano, 2 oboi, 2 fagotti, 2 corni e archi, è forse la pagina vocale più ambiziosa tra le arie singole scritte in Italia da Mozart, che si cimenta per la prima volta in un grande recitativo accompagnato.

Testo dell'aria Fra cento affanni e cento da Artaserse. In Milano, nella regia ducal corte, per Giuseppe Richino Malatesta stampatore regio camerale, 1756
(COLL.LIB.124)
Biblioteca del Conservatorio di musica Giuseppe Verdi di Milano

Aria “Fra cento affanni e cento” K 88 (73c)

Mozart compone l’aria (per soprano, 2 oboi, 2 corni, 2 trombe e archi) a Milano tra il febbraio e il marzo del 1770. Viene eseguita nella residenza del ministro Firmian. Il testo, di Metastasio, è tratto dall’opera Artaserse (I, 2). L’aria, dai toni angosciati, è cantata dal personaggio di Arbace. Si tratta di un’ “aria di smanie”, secondo l’accezione dell’epoca, che richiede grande drammaticità. Il giovanissimo Mozart dimostra le sue capacità compositive scrivendo un’aria eroica con grandi difficoltà virtuosistiche.

Quartetto in sol maggiore K 80 (inizio del terzo movimento)
Prima edizione critica delle oipere di Mozart Breitkof & Hartel 1879

Sinfonia in sol maggiore K 74

La sinfonia è stata composta nel 1770, ma non è certo se a Roma o a Milano (in dicembre). L’organico è costituito da 2 oboi, 2 corni e archi e la sinfonia è suddivisa in tre movimenti (Allegro-Andante – Rondò). Nell’ultimo, un rondò di gusto francese, emerge il primo accenno mozartiano al cosiddetto “stile alla turca” che si ritroverà nei finali del Concerto KV 219 per violino e della Sonata KV 331 per pianoforte, oltre che in vari passi dell’ Entführung aus dem Serail. E’ possibile che questa sinfonia sia stata originariamente pensata come ouverture per il Mitridate.

Quartetto in sol maggiore K 80, noto come Quartetto di Lodi

Giovedì 15 marzo 1770, Wolfgang e il padre partono da Milano e arrivano a Lodi nel tardo pomeriggio. Nella locanda della stazione di posta, dove alloggiano, Wolfgang compone il quartetto in sol maggiore per archi (K 80), in tre movimenti (Adagio, Allegro, Menuetto). Un quarto movimento (Rondeau) verrà aggiunto a Vienna, o forse a Salisburgo, tra la fine del 1773 e l’inizio del 1774. Sull’autografo si legge: “Quartetto di Amadeo Wolfango Mozart. à Lodi. 1770. Le 15 di Marzo alle 7. di sera”. Il K 80 è il primo dei suoi 23 quartetti per archi. A Milano Mozart aveva potuto ascoltare i quartetti di Giovanni Battista Sammartini, cogliendone “la lezione di un linguaggio strumentale inteso anzitutto come trattamento lineare delle linee formali, eleganza melodica e capacità artigianale di confezionare una composizione sulla base di materiale quanto mai elementare”.

Finale KV 120

Questo Finale (in re maggiore) viene aggiunto all’ouverture per la Serenata Teatrale Ascanio in Alba, in modo da realizzare una Sinfonia in re maggiore. Mozart lo compone a Milano tra ottobre e novembre del 1771.

Le gelosie del serraglio K 135a

Si tratta di un balletto per il Lucio Silla. La composizione, scritta a Milano nel dicembre del 1772, è andata perduta. È rimasto soltanto un frammento che contiene gli incipit dei vari brani (in totale erano 32 numeri). Mozart ha riutilizzato parte del materiale del balletto in una Messa, in due Divertimenti e in un Concerto.

I quartetti K 155-160

Tra l’autunno del 1772 e il marzo del 1773 Wolfgang scrive sei quartetti per archi. Il primo lo compone a Bolzano e l’ultimo lo termina probabilmente a Salisburgo, al rientro dall’ultimo viaggio italiano. I quattro centrali sono scritti interamente a Milano. Mozart li compone per alcune accademie organizzate dalla nobiltà milanese in suo onore. Risentono del gusto italiano e sono raggruppati come un ciclo unitario: lo testimonia anche la successione delle tonalità maggiori per quinte discendenti (re, sol, do, fa, si bemolle, mi bemolle). Le sei partiture si articolano in tre movimenti. Solo il Quartetto K 159 segue lo schema più antico (primo tempo lento cui seguono due tempi veloci), gli altri sono strutturati secondo lo schema Allegro, Lento, Allegro.

Divertimento K 186

Il Divertimento in si bemolle maggiore, in sei movimenti e per soli fiati (2 oboi, 2 clarinetti, 2 corni inglesi, 2 corni e 2 fagotti), fa parte delle musiche di intrattenimento da eseguirsi all’aperto, per le quali Mozart dimostrerà una straordinaria sensibilità. E’ probabile che abbia iniziato a comporlo a Milano all’inizio di marzo del 1773, poco prima del rientro a Salisburgo.



Nell'immagine: Wolfgang Amedeus Mozart, Partitura | de' Quartetti di Mozart | (parte interi, parte pezzi staccati).
Autografo di Peter Lichtenthal, [1811-1840]. C.22r, terzo movimento del quartetto K 155 (NOSE.N.14.1)
Biblioteca del Conservatorio di musica Giuseppe Verdi di Milano
I quartetti segnano una tappa importante per il giovane compositore.

I quartetti segnano una tappa importante per il giovane compositore. “Indipendentemente dal valore musicale più o meno elevato di ciascuna composizione, la proprietà tecnica e la consapevolezza con cui sono modellate le varie proposizioni rivelano un pensiero teso verso una compiuta scrittura quartettistica, fondata sull’integrazione dei quattro strumenti: l’indiscussa linea melodica del Violino I non impedisce la definizione di un ordito ben articolato nel quale partecipano in modo attivo anche le altre parti”.


2. Musica sacra

Ergo Interest, an quis male vivat – Quaere superna KV 143

Il mottetto - recitativo e aria in sol maggiore - è scritto per soprano, archi, basso e organo. Non è certo che lo si possa identificare con uno dei due composti a Milano il 3 febbraio 1770: “[Wolfgang] non può scrivere niente poiché sta componendo 2 Mottetti in latino per due giovani castrati, uno di 15 e l’altro di 16 anni che gliel’hanno chiesto e a cui lui non ha potuto rifiutare nulla giacché sono amici e cantano bene [...]” (lettera di Leopold alla moglie). Il dubbio è dovuto al fatto che la partitura (l’autografo è a Washington) è scritta su carta differente da quella utilizzata da Wolfgang in quel periodo a Milano.

Exultate jubilate KV 165

Il mottetto Exultate jubilate K 165 - per soprano, 2 oboi, 2 corni, archi e organo – è stato scritto a Milano nel gennaio del 1773. È da poco andato in scena il Lucio Silla al Teatro Ducale, e Mozart scrive questo mottetto per il castrato Venanzio Rauzzini, “primo uomo” dell’opera. La prima esecuzione ha luogo il 17 gennaio 1773, nella chiesa di S. Antonio Abate, allora sede dei Teatini. Exultate jubilate si compone di due arie inframezzate da un recitativo e seguite dall’Alleluja conclusivo.

Robert Hancock, Il cantante e compositore Venanzio Rauzzini (1746-1810)
stampa, XVIII sec.
via Wikimedia Commons

3. Mitridate Re di Ponto, Ascanio in Alba, Lucio Silla


Mitridate re di Ponto – Il debutto operistico di Mozart in Italia

“Mercoledì scorso si è riaperto questo Real Ducale teatro colla rappresentazione del dramma intitolato Il Mitridate re di Ponto che ha incontrata la pubblica soddisfazione sì per il buon gusto delle Decorazioni, quanto per l’eccellenza della Musica ed abilità degli Attori [...]. Il giovine maestro di Cappella [Wolfgang Amadeus Mozart], che non ha oltrepassato l’età di quindici anni, studia il bello della natura e ce lo rappresenta adorno delle più rare grazie musicali” (Giuseppe Parini, Gazzetta Milanese del 2 gennaio 1771).


Mitridate re di Ponto è il quinto lavoro di Mozart per le scene teatrali. È un’opera seria, in tre atti, basata su un complicato libretto di Jean Racine, rivisto da Vittorio Amedeo Cigna Santi. Prima di approdare a Milano, l’opera era stata rappresentata nel 1767 al Teatro Regio di Torino con musiche di Quirino Gasparini, bergamasco e “Maestro del Duomo”.
Mozart riesce ad ottenere l’incarico di comporre un’opera per il Regio Ducal Teatro grazie all’appoggio di Carl Joseph Firmian, ministro plenipotenziario della Lombardia. Il conte, dopo aver ascoltato in alcune accademie le musiche del ragazzo composte su arie di Metastasio, si convince di poterlo scritturare per un’opera che si sarebbe eseguita nel carnevale del 1770-1771. I Cavalieri Associati scelgono Mitridate re di Ponto, ma per assecondare il gusto del pubblico milanese, il testo del libretto della rappresentazione di Torino viene “risistemato” da Giuseppe Parini, in quegli anni “poeta di teatro” al Ducale.


Viene decisa la compagnia per i cinque ruoli principali e si risolvono alcuni problemi tra copisti e cantanti.

Mitridate re di Ponto [...] da rappresentarsi nel Regio Teatro di Torino nel Carnovale del 1767 [...]. Musica di Quirino Gasparini.
Collezione privata
IL 15 DICEMBRE 1770 LEOPOLD SCRIVE ALLA MOGLIE:

“Il 12 c’è stata la prima prova con l’orchestra, ma solo con 16 persone, per vedere se tutto è stato scritto correttamente, e il 17 ci sarà la prima prova con tutta l’orchestra, costituita da 14 primi e 14 secondi, quindi 28 violini, 2 clavicembali, 2 Violoncelli, 2 Fagotti, 6 Viole, 2 oboi, e 2 Flautotraversi, che, quando non ci sono flauti a disposizione, suonano sempre insieme con gli oboi formando un quartetto, 4 Corni da Caccia, e 2 Clarini etc. quindi 60 persone in tutto. Prima che fosse fatta la prima prova con la piccola orchestra, non sono mancate persone che, con lingue maligne, hanno strombazzato in anticipo, e per così dire profetizzato. Che la musica fosse qualcosa di puerile e misero: perché affermavano che fosse impossibile che un ragazzo così giovane, e per giunta tedesco, potesse scrivere un’opera italiana [...]”.

E ALCUNI GIORNI DOPO

“Provate a immaginarvi il Wofg[ang] in un abito scarlatto con guarnizioni d’oro, foderato in raso azzurro cielo. Oggi il sarto comincia a lavorarci sopra. Indosserà quest’abito i primi 3 giorni, quando siederà al clavicembalo. A quello che gli era stato fatto a Salisb[urgo] manca un’intera mano di lunghezza ed è veramente troppo stretto e troppo corto” (22 dicembre 1770).

Mitridate re di Ponto va in scena il 26 dicembre 1770 e il successo è strepitoso, favorito anche dall’eccellente orchestra del Regio Ducal Teatro e dall’altissimo livello della compagnia di canto.

Leopold il 29 dicembre ne informa la moglie: “Sia lodato Iddio, la prima rappresentazione dell’Opera ha avuto [...] plauso unanime: e sono accadute due cose che a Milano non erano mai successe; ossia che (contro ogni consuetudine della prima Sera) un’aria della prima Donna è stata bissata, mentre di solito alla prima recita non si chiede mai fora, e secondo, che dopo quasi tutte le arie, tranne forse qualcuna di quelle delle ultime Parti, è seguito un applauso clamoroso e grida di Viva il Maestro, viva il Maestrino. [...] Qui, per ottenere il successo di un’opera, non basta avere una protezione, perché chiunque si rechi a teatro vuole, in cambio del danaro che ha speso, dire, gridare e giudicare come gli piace. La protezione ci è servita ed è stata necessaria perché la composizione non venisse ostacolata e al compositore non fossero messi i bastoni fra le ruote mentre scriveva, e poi, durante le prove, perché non fosse intralciato e per evitare che qualche maligno dell’orchestra o fra gli interpreti potesse giocargli un tiro. [...] Sai che in Italia tutte le persone ricevono soprannomi. Per es. Hasse si chiama Sassone, Galuppi si chiama Buranello etc. etc. Nostro figlio lo chiamano il Sig. Cavaliere Filarmonico” [così è indicato anche nel libretto “Il Sig. Cavaliere Amedeo Wolfango Mozart, Accademico Filarmonico di Bologna, e Maestro di Musica di Camera di S. A. R.ma il Principe, ed Arcivescovo di Salisburgo”].

Vittorio Amedeo Cigna Santi, Mitridate re di Ponto, dramma per musica da rappresentarsi nel Regio-Ducal Teatro di Milano nel carnovale dell'anno 1771. Dedicato a sua altezza serenissima il duca di Modena, Reggio, Mirandola.
In Milano, nella stamperia di Giovanni Montani, 1770. (COLL.LIB.146)
Biblioteca del Conservatorio di musica Giuseppe Verdi di Milano
MOZART MOSTRA 4
Antonio SacchiniOlimpiade Milano 1769 | Se cerca, se dice | Aria con Recitativo, e Cavata | Del Sig.r Antonio Sacchini | Napolitano
Copia, 1769 (NOSE.O.47.24)
Biblioteca del Conservatorio di musica Giuseppe Verdi di Milano

La promessa di matrimonio ha luogo il 26 aprile del 1766. Milano è addobbata a festa: fiori alle finestre e palchi da Porta Orientale (oggi corso Venezia) fino al centro città. L’Arciduca Ferdinando è ancora a Vienna; in sua vece, su incarico dell’imperatrice, è il conte Firmian a chiedere formalmente la mano della sposa, che porterà in dote ben due milioni di lire austriache. Per l’occasione, al Teatro Ducale viene rappresentata l’Olimpiade di Antonio Sacchini su libretto di Pietro Metastasio.
Sempre in onore dei promessi sposi, la sera del 9 maggio nella “sala della Galleria” di Palazzo Ducale va in scena L’Insubria consolata composta da Maria Teresa Agnesi Pinottini. Argomento, musica e scenografie concorrono alla celebrazione dell’evento: “Sieno congiunti in terra / Fernando e Beatrice / L’Insubria li posseda: / e paga del destin viva felice. / Quando congiunti insieme / formino un sol tesoro / noi rivedrem dell’oro / la fortunata età”.

Ferdinando e Maria Beatrice si sposano a Milano, in Duomo, il 15 ottobre 1771. Celebrare nascite, compleanni, onomastici e matrimoni con feste teatrali è una consuetudine della famiglia imperiale austriaca. I festeggiamenti hanno lo scopo di magnificare la corte, affermandone autorità e prestigio presso le delegazioni straniere ed i sudditi.

Le nozze tra l’arciduca Ferdinando e Maria Ricciarda Beatrice d’Este. L’Ascanio in Alba di Mozart e il Ruggero di Hasse

Le nozze tra l’arciduca Ferdinando, terzogenito di Maria Teresa d’Austria, e Maria Ricciarda Beatrice d’Este, nipote del Duca di Modena Francesco III, vengono combinate quando i due sono ancora bambini. La ragazza era “[...] di genio allegro e popolare [...] è vivacissima negli occhi [...] è vantaggiosa di statura e sì nella disinvoltura del portamento come nella maniera di conversare non ha verun pregiudizio lombardo. [...] di genio incostante, d’animo imperioso, subitaneo e bilioso, ma facile a placarsi e molto inclinato alla cognizione delle cose [...]”. (Lettera di Claudio Nicolò Stampa al conte Antonio Greppi, 27 dicembre 1763, Archivio di Stato di Milano, Fondo Greppi, cartella 326).

MOZART MOSTRA 4
L’Insubria Consolata componimento drammatico per la pubblica solenne promessa di S.A. Serenessima la signora Principessa Maria Ricciarda Beatrice d'Este con S.A. Reale il signor Arciduca Ferdinando d'Austria
Musica di Maria Teresa Agnesi Pinottini
In Milano, appresso Giuseppe Galeazzi regio stampatore, 1766. (25.07.E.0002/12)
Milano, Biblioteca Nazionale Braidense
MOZART MOSTRA 4
Balthasar Denner, Ritratto di Johann Adolf Hasse
Dipinto, 1740
via Wikimedia Commons

Il conte Firmian e i Cavalieri Associati decidono di affiancare a Ruggiero un’opera più leggera e divertente, con maggiore varietà di balli, cori e scenari.
Il libretto, che deve essere di argomento allegorico-celebrativo, è affidato a Giuseppe Parini. Per la musica, Firmian gioca la carta del giovanissimo Mozart, che riceve l’incarico di scrivere la “Serenata o sia cantata teatrale” Ascanio in Alba nel marzo del ‘71: “Ieri ho ricevuto una lettera da Milano, in cui mi si annuncia una missiva proveniente da Vienna che riceverò a Salisburgo e che vi colmerà di meraviglia, recando però a nostro figlio un onore imperituro” (Lettera di Leopold alla moglie, 18 marzo 1771, Verona).
Wolfgang riceve il libretto solo a fine agosto e compone le musiche in brevissimo tempo, anche perché Parini chiede il libretto per modificarlo e lo restituisce solo il 5 settembre e l’opera deve essere rappresentata a metà ottobre.

Le nozze tra Ferdinando e Maria Beatrice sono l’occasione giusta per rinnovare il rituale celebrativo.

La città è animata da preparativi e l’imperatrice ordina di garantire la sicurezza pubblica, di sistemare le strade e di tenere pulite le locande, per offrire maggiore comodità ai forestieri, attesi in gran numero. Il 16 ottobre viene organizzato un “banchetto delle spose” con la distribuzione di cinquecento doti ad altrettante ragazze prossime alle nozze. La sera iniziano le rappresentazioni al Ducale, che per l’occasione è stato ridipinto e dotato di un nuovo sipario che raffigura “Le nozze di Telemaco”. Come prevede ogni matrimonio regale, si organizzano opere e balli: per l’occasione, le opere sono il Ruggiero di Hasse e l’Ascanio in Alba di Mozart.
L’imperatrice Maria Teresa non si occupa di spettacoli, ma Metastasio e Hasse sono il librettista ed il compositore che predilige ed è lei che commissiona loro il Ruggiero. Entrambi, ormai anziani, accettano a malincuore. Si ripesca un libretto, mai rappresentato, scritto per il matrimonio tra Maria Antonietta (anch’essa figlia di Maria Teresa) e il futuro re Luigi XVI. L’opera è di stile vecchio, ben lontano dal gusto del pubblico milanese che vuole divertirsi senza dover ascoltare lunghi recitativi.

MOZART MOSTRA 4
Pietro Metastasio Il Ruggiero overo l'eroica gratitudine. Dramma per musica da rappresentarsi in occasione delle [...] nozze della Altezze Loro Reali [...] Ferdinando arciduca d'Austria e [...] Maria Beatrice d'Este
[Musica di Johann Adolf Hasse]
In Vienna, nella Stamperia di Ghelen, 1771 (25.04.I.0012/07)
Milano, Biblioteca Nazionale Braidense
IL RUGGERO DI HASSE VA IN SCENA IL 16 OTTOBRE, CON SCARSA APPROVAZIONE DEL PUBBLICO, MENTRE LA SERA SUCCESSIVA L'ASCANIO IN ALBA DI MOZART RISCUOTE GRANDE SUCCESSO

“la Serenata [...] ha avuto un successo così strabiliante che deve essere replicata oggi. L’Arciduca ne ha ordinate altre 2 copie. Per strada tutti i gentiluomini e altre persone ci rivolgono continuamente la parola per felicitarsi con il Wolfg. Insomma! Mi dispiace, ma la Serenata [...] ha talmente trionfato sull’opera di Hasse, che non posso nemmeno descriverlo” (Lettera alla moglie, 19 ottobre 1771)

Giuseppe Parini Ascanio In Alba festa teatrale da rappresentarsi in musica per le felicissime nozze delle LL. AA. RR. il serenissimo Ferdinando arciduca d'Austria e la serenissima arciduchessa Maria Beatrice d'Este principessa di Modena
[Musica di Wolfgang Amdeus Mozart]
In Milano, appresso Gio. Batista Bianchi regio stampatore, 1771 (25.04.I.0012/08)
Milano, Biblioteca Nazionale Braidense

Per entrambe le opere si scelgono i cantanti più celebri: oltre alla Girelli Aguilar, vengono ingaggiati Giovanni Manzuoli, Geltrude Falchini, Giuseppe Tibaldi e Adamo Solzi.
Non da meno è l’allestimento scenico, affidato ai richiestissimi fratelli Bernardino e Fabrizio Galliari. I balli portano la firma di Jean Favier.
Dopo le nozze, per una quindicina di giorni la città si abbandona ai festeggiamenti, con sfilate di carrozze, corse a cavallo, esibizioni della famosa Badia dei Facchini, addobbi, luminarie e pranzi offerti al popolo.
Oltre al libretto dell’Ascanio in Alba, Giuseppe Parini riceve anche l’incarico di descrivere i festeggiamenti, ma per entrambi i lavori è miseramente ripagato. Se ne lamenta con il conte di Wilzeck: “Nella nozze di S. A. R. volle il governo un dramma allusivo, da recitarsi alternando con quello dell’abate Metastasio; ed io lo composi ed assistetti all’esecuzione: Nella stessa occasione mi si comandò di fare una descrizione elegante delle feste nuziali, ed io la feci [...]. Di queste due cose non ebbi veruna remunerazione né dalla corte, né dagli arciduchi: benché S. E. il signor conte di Firmian mi facesse un regalo del proprio e in proprio nome”.
Curiosamente la descrizione delle feste sarà pubblicata soltanto molti anni dopo, nel 1825, per la venuta a Milano dell’imperatore d’Austria Francesco I.

MOZART MOSTRA 4
Giuseppe Parini Descrizione delle feste celebrate in Milano per le nozze delle II. altezze reali l'Arciduca Ferdinando d'Austria e l'Arciduchessa Maria Beatrice d'Este fatta per ordine della R. corte l'anno delle medesime nozze 1771
Milano, dalla Società tipogr. de’ Classici Italiani, 1825. (SALA.FOSC.01.0044)
Milano, Biblioteca Nazionale Braidense

Il Lucio Silla e la lettera di Maria Teresa

Il 4 novembre 1772 Leopold e Wolfgang Mozart tornano per la terza volta a Milano. Il motivo è legato alla commissione di una nuova opera per il Teatro Ducale: Lucio Silla su libretto di Giovanni De Gamerra. Il 5 dicembre Wolfgang scrive alla sorella: “Ora devo fare ancora 14 pezzi, poi ho finito, certo che il terzetto e il Duetto si possono contare per 4. Non posso proprio scrivere molto perché non ho nessuna novità, e in secondo luogo non so cosa io stia scrivendo, giacché sono completamente immerso nell’opera e corro il rischio di scriverti, invece che parole, un’intera Aria. [...] Qui a Milano ho imparato un nuovo gioco che si chiama Mercante in fiera; appena torno a casa ci giochiamo [...]”.
Una settimana dopo Leopold scrive alla moglie: “[...] Durante gli 8 giorni in cui questa lettera viaggerà verso Salisburgo, Wolfg. avrà il suo più gran daffare. Perché questa benedetta gente del teatro rimanda sempre tutto all’ultimo momento. Il tenore [Bassano Morgnoni, nel ruolo di Lucio Silla], che arriverà da Torino, è membro della regia cappella ed è atteso qui per il 14 o il 15. Solo a quel punto si potranno comporre le sue 4 arie. La Sig.ra De Amicis [...] è straordinariamente contenta della 3 arie che ha già. Il Wolfg. le ha composto l’aria principale con dei passaggi nuovi, molto particolari e incredibilmente difficili; lei li canta da lasciare sbalorditi [...]. Scrivo con una penna e un inchiostro scadenti. L’inchiostro buono ce l’ha il Wolfg.: sta scrivendo a un altro tavolo [...]”. E ancora il 18 dicembre: “Scrivo queste righe oggi perché domani mi sarà difficile trovare il tempo [...]. Alle 9 e mezzo di mattina ci sarà la prova con tutta l’orchestra [...]. Scrivo queste righe alle 11 di notte, mentre Wolfg. ha giustappunto terminato la 2° aria del tenore [...]”. Il 26 dicembre 1772 è il giorno della prima: “Tra 2 o 3 ore comincerà l’opera. Che Iddio ci faccia la grazia! La prova generale [...] è andata così bene da farci sperare in un grandissimo successo [...]” (Leopold lettera alla moglie 26 dicembre 1772).
“Resta accordato il Sig.r Amadeo Mozart per mettere in musica il primo Dramma, che si rapresenterà in questo Reggio Ducal Teatro di Milano nel Carnovale dell’anno 1773 e le si assegnano per onorario delle sue virtuose fatiche giliati cento trenta, dico n.o 130; ed allogio mobigliato Patto che il sud.o Sig.r Maestro debba trasmettere tutti li recittativi posti in musica entro il Mese di 8bre dell’anno 1772; e ritrovarsi in Milano al principio del susseguente Mese di 9bre per comporre le arie ed assistere a tutte le prove neccessarie per l’Opera sud.a Risservati li soliti infortunij di Teatro, e fatto di Principe (che Dio non voglia). Milano 4. Marzo 1771. Gl’Associati nel Reggio Appalto del Teatro Federico Castiglione”. (A-Sm, Doc 1771/2) Il Lucio Silla è apprezzato dal pubblico e Leopold ne informa la moglie: “L’opera, grazie a Dio, va incomparabilmente bene, tanto che in teatro c’è un pienone incredibile tutti i giorni [...]. Ogni giorno vengono bissate delle arie e, dopo la prima sera, l’opera ha sempre avuto una buona accoglienza e ha visto il suo successo di giorno in giorno [...]” (lettera del 9 gennaio 1773).

Vittorio Amedeo Cigna Santi, Mitridate re di Ponto, dramma per musica da rappresentarsi nel Regio-Ducal Teatro di Milano nel carnovale dell'anno 1771. Dedicato a sua altezza serenissima il duca di Modena, Reggio, Mirandola.
In Milano, nella stamperia di Giovanni Montani, 1770. (COLL.LIB.146)
Biblioteca del Conservatorio di musica Giuseppe Verdi di Milano
Sull’onda del successo, spera per Wolfgang un’udienza alla corte di Milano. L’arciduca Ferdinando chiede alla madre di poter assumere il ragazzo, ma la risposta di Maria Teresa è lapidaria:

“Mi chiedete di prendere il giovane salisburghese al vostro servizio. Non so perché, dal momento che che non credo abbiate bisogno di un compositore o di persone inutili. Ma se questo potesse farvi piacere, non voglio impedirvelo. Quello che dico è per non farvi prendere a carico persone inutili e mai ammettere al vostro servizio gente di questo tipo. Ciò avvilisce il servizio stesso, tenendo conto che queste persone vanno in giro come dei mendicanti”. L’arciduca segue il consiglio della madre. La risposta dell’imperatrice deciderà le sorti milanesi e italiane di Wolfgang. L’ultima lettera che Leopold scrive alla moglie da Milano è del 27 febbraio 1773: “E’ l’ultimo giorno di Carnevale [...] qui sembrano tutti impazziti. Partiamo tra 2 o 3 giorni. [...] Riguardo alla nota faccenda, non c’è niente da fare [probabilmente Leopold allude alla speranza di procurarsi un posto alla corte di Firenze]. Ti dirò tutto a voce. Dio ha altri progetti per noi [...]. Non puoi immaginare quanto io sia scosso per via della nostra partenza. Mi è difficile lasciare l’Italia. [...] Vi baciamo cento e 100 000 volte [...]. Ti scriverò ancora durante il viaggio”.

Wolfgang Amadeus Mozart, Quartetto per archi n. 3 in sol maggiore K 156, Presto
Composizione: Milano, 25 dicembre 1772